AUTORE: Àngels Codina
12 ottobre 2016
Riscalda la voce, accorda gli strumenti e… splash!
Cantare sott’acqua: ci abbiamo provato tutti almeno una volta. Da piccoli, io e i miei fratelli passavamo l’estate in piscina cercando di indovinare la canzone che uno di noi, a turno, cantava sott’acqua. Quello che per noi era un semplice gioco, per altri, come la cantante e compositrice danese Kaila Skovmand, si è trasformata in un’autentica sfida artistica.
Lei e la sua band Between Music hanno provato per dieci anni a suonare con strumenti in grado di suonare sott’acqua e hanno messo a punto una tecnica per cantare dentro l’acqua che consiste nel trattenere una bolla d’aria nella bocca.
I risultati di questo progetto, battezzato col nome di Aquasonic, sono stati presentati in società a maggio, in un festival a Rotterdam, e potete vederli (e ovviamente ascoltarli!) in questo video: In questa avventura li ha accompagnati Andy Cavatorta, designer e inventore che, giusto per dirne una, ha disegnato un’arpa su richiesta di Björk che usa la forza di gravità per creare musica.
Cavatorta ha ideato due nuovi strumenti: il rotacorda, che funziona come una chitarra, e il crystallophone, che è una versione modificata dell’armonica di vetro Benjamin Franklin e che suona in modo simile a come farebbe un archetto sulla corda di un violino.
Le sfide maggiori che ha dovuto affrontare Cavatorta in questo progetto sono state la densità dell’acqua, che rende il suono ovattato, e il fatto che nell’acqua il suono viaggia a una velocità quattro volte superiore rispetto all’aria, motivo per cui gli strumenti dovevano essere di grandi dimensioni per poter essere udibili.
A tutto questo bisogna aggiungere che la frizione cambia da un mezzo all’altro, e questo condiziona il contatto di un archetto su una corda, per esempio, oltre al fatto che le interferenze con le onde dentro l’acqua possono alterare il suono di uno strumento.