AUTORE: Sergio Collado
16 giugno 2016
Dialoghi con la natura: Andy Goldsworthy
Quando l’uomo mette il suo zampino nel mondo naturale sembra che sia sempre per causare danni. È quello che è successo col cambio climatico, la mancanza di materie prime ed altri orrori. Per fortuna – anche se un po’ troppo lentamente – stiamo sperimentando un cambiamento di mentalità che ci porta a vedere nell’ambiente un alleato e non più un nemico. Per questo vogliamo far conoscere l’artista Andy Goldsworthy: i suoi dialoghi con la natura sono di una bellezza e di una sensibilità autentiche.
Andy Goldsworthy (Chesire 1956) crea “sculture” (se così possiamo chiamarle) e una specie di performance in luoghi specifici del paesaggio naturale, servendosi nella maggior parte dei casi di cose che trova sul posto.
Foglie, rocce, fiumi, alberi, valli, fiori, nebbia, spiagge… per lui tutto questo è materiale con cui realizzare forme e movimenti che comunichino con la nostra sensibilità. Con interventi minimi, effimeri, nel pieno rispetto della natura, riesce a stabilire con il paesaggio un contatto, un dialogo pieno di armonia.
Per molte persone questo artista britannico è diventato uno dei creatori più genuini della land art, e viene affiancato ad alcuni dei pionieri più rinomati di questo movimento come Robert Smithson, Christo o Richard Long.
Per chi non conosce Andy Goldsworthy, il documentario Rivers and Tides di Thomas Riedelsheimer (2001) è un ottimo modo per scoprire le sue opere più rappresentative, la sua filosofia e il suo modo di creare. Bastano un divano e un pomeriggio tranquillo: l’incanto è assicurato, lontani per un po’ da auto, centri commerciali e telefoni cellulari.
Foto: Akos Kokai